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Torrita News Magazine 06
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TORRITA
DI SIENA
Arrivare a Torrita
di siena
Benvenuti
nella Città di Torrita di Siena. Torrita di Siena ha
sfruttato la propria posizione nel cuore della Valdichiana,
per trasformare la sua economia, passando dall'agricoltura,
un tempo unica attività della popolazione, all'industria
ed all'artigianato. Aziende di piccole e medie dimensioni
sono sorte velocemente a Torrita, per lo più dedite
alla lavorazione del legno, alle confezioni ed ai laterizi,
aumentando la potenzialità del piccolo ma operoso comune. |
La storia
Le
prime tracce documentali dell'esistenza di Torrita
risalgono al 1037 dove la sua denominazione appare
in un codice amiatino; va comunque detto che sono
stati effettuati ritrovamenti di tracce di insediamenti
etruschi e romani anche se non esistono possibilità
di ricostruirne la storia. La sua evoluzione porta
a cambiare, nel corso dei secoli, da pagus a castrum,ossia
villaggio circondato da mura o fortificazioni.
Sotto il dominio della Repubblica di Siena, Torrita
viene posta a baluardo in difesa dei confini meridionali
dello Stato Senese insieme a Ciliano e Montefollonico
nella secolare lotta contro i Fiorentini che trovavano
in Montepulciano il loro estremo punto di conquista.
Il castello di Torrita era protetto da una cinta muraria
e da torri di cui restano ancora nove basamenti, ed
era dotato di tre porte: Porta a Gavina, Porta a Pago,
Porta a Sole. Innumerevoli sono gli episodi bellici
che vedono Torrita coinvolta nell'arco di tre secoli
al fianco di Siena contro
Firenze.
Da citare la ricostruzione delle mura di cinta avvenuta
nel l528 ad opera dell'architetto Baldassarre Peruzzi;
l'entrata a far parte del Granducato di Toscana nel
l557 in conseguenza di una dura sconfitta da parte
dell'esercito di Carlo V, alleato di Firenze; la fondazione
dell'Accademia
degli Oscuri, con sede nell'omonimo Teatro nel l763. |
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Personaggi Famosi
Fra' Jacopo È certamente il personaggio più illustre e celebre
di Torrita. Francescano, restauratore dell'arte del
mosaico nel XIII secolo ed anche pittore. Non esistono
prove che Torrita gli abbia dato i natali ma antica
è la tradizione che lo afferma. Viene ricordato dalla
via che porta alla Collegiata e da un medaglione nella
sala del Consiglio Comunale dove è ritratto come un
bel frate gioviale.
Nella "Enciclopedia del Cristianesimo" edita nel 1947,
a proposito di fra Jacopo si legge: "Jacopo da Torrita
prese il nome dal paese natale '. Va ricordato per
le sue opere della fine del XIII secolo ed in particolare
per i mosaici mariani in Santa Maria Maggiore a Roma,
dove nell'abside sono stati da lui compiuti lavori
di restauro con proprie modifiche. Altre sue testimonianze
sono i vari tondi dipinti nella seconda crociera della
Basilica Superiore di Assisi.
Ghino di Tacco Nacque a Torrita dalla famiglia Cacciaconti
Monacheschi Pecorai, una delle famiglie dei grandi
di Siena. Il padre Tacco assieme ai suoi due figli,
Ghino e Turino, commetteva furti e rapine ed aveva
anche appiccato il fuoco al castello di Torrita ;
fu condannato per aver ferito gravemente Jacopino
da Guardavalle. Il Comune di Siena combatté molto
contro Tacco ed alla fine lo catturò assieme al figlio
minore Turino, giustiziandoli nella piazza del Campo.
Ghino fu invece espulso dal contado senese e si rifugiò,
a Radicofani, punto di collegamento tra il dominio
Pontificio e lo Stato di Siena. Volle poi punire il
giustiziere del padre e così andò a Roma al comando
di quattrocento uomini, entrò in tribunale e tagliò
la testa a Benincasa di Arezzo, infilandola sulla
picca; tornò quindi a Radicofani dove cominciò ad
esercitare ampiamente l'"arte della rapina".
Era però un gentiluomo che prima di estorcere si informava
sui reali possedimenti della propria vittima, lasciandole
sempre di che vivere; era persona generosa con i poveri
e gli studenti. Memorabile il trattamento riservato
all'abate di Clunj, catturato mentre si recava alle
acque termali di San Casciano dei Bagni per curare
un mal di stomaco. L'abate venne rinchiuso e nutrito
con pane e fave secche che gli guarirono prodigiosamente
il male; riconoscente l'abate intercesse presso il
papa Bonifacio VIII ai fini di una riconciliazione
con Ghino. Il Papa si convinse e lo nominò Cavaliere
di S.Giovanni e Friere dell'ospedale di Santo Spirito,
titolo che annetteva una vasta commenda. Il luogo
della morte è incerto, alcuni dicono Roma, Benvenuto
da Imola lo vuole assassinato a Sinalunga. Lapide
con stemma della famiglia Pecorai e scritta tratta
dalla Divina Commedia (Purg. VI 13,14) (facciata del
Palazzo Comunale) |
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Monumenti
Monumenti
Civili
Palazzo Comunale o Pretorio 1200
Teatro Comunale (XXVIII sec.)
Porta Gavina (XIII sec.) Porta a Pago (XIII sec.)
Porta a Sole (XIII sec.)
Porta Nuova ( 1800)
Montefollonico Palazzo Pretorio (XIII sec.)
Porta a Follonica
Porta del Triano
Porta del Pianello
Monumenti Religiosi
Chiesa di S.Flora e Lucilla (stile romanico XIII
sec.)
Tavole di Benvenuto di Giovanni Bartolo di Fredi
e allievi del Sodoma
Lunetta del Donatello: il Sangue del Redentore bassorilievo
1450 circa.
Chiesa della Madonna delle Nevi 1525 Affresco "Assunzione
di Maria" Girolamo di Benvenuto Chiesa della Madonna
dell'Olivo XI sec. Chiesa di S. Croce stile barocco
1642 Chiesa di S. Martino e Costanzo Collegiata
di Torrita metà del XVII sec.
Chiesa della Madonna delle Fonti metà del XVII sec.
Montefollonico Chiesa di S. Leonardo stile romanico
XI sec.
Montefollonico Chiesa della Madonna del Triano XIII
sec.
|
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La passeggiata
Il
centro storico di Torrita di Siena, racchiuso entro
la cinta muraria risalente al XII secolo e di cui
si possono ancora osservare alcune parti, offre al
visitatore angoli caratteristici e opere d arte non
trascurabili. Percorrendo i vicoli del paese ci si
sente avvolti da un alone misto di storia e di leggenda,
basti pensare a Via Ghino di Tacco, Via dei Pecorai
o Via della Lupa e la serena quiete è resa più piacevole
dai profumi della cucina, di cui le massaie torritesi
tramandano la tradizione. L'accesso dalla Porta Nova
consente di giungere come prima tappa alla Piazza
Matteotti, da sempre centro della vita politica, religiosa
e culturale del paese. Vi si possono infatti ammirare
il Palazzo Pretorio (oggi sede del Comune) di origine
duecentesca, che staglia verso l'alto la sua torre
oggetto nei secoli di numerosi restauri, il teatro
Comunale e la chiesa delle SS. Flora e Lucilla.
La piazza
rappresenta il punto di incrocio delle strade che
conducono alle quattro porte di accesso al paese
e conserva ancora al centro l'antica cisterna (o
pozzo) che nei secoli passati era utilizzata per
l'approvvigionamento idrico di tutto il paese. Accanto
al Palazzo Comunale sorge il Teatro Comunale "degli
Oscuri" nato per volontà dell'omonima Accademia
nel XVIII secolo ed all'interno del quale è visibile
un busto collocato per celebrare il cantante lirico
Giulio Neri, cui Torrita ha dato i natali nel 1909
e del quale è ancora molto vivo il ricordo tra i
suoi concittadini. La romanica chiesa di S. Flora
e Lucilla è la più antica entro le mura del castello,
risale al 1300 e conserva numerose opere d'arte,
tutte degne di nota. La più importante è senz'altro
la lunetta in bassorilievo "Il sangue del Redentore",
attribuita al Donatello (1450 circa), il cui restauro
le ha pienamente restituito l'antica armonia e bellezza.
Di particolare pregio è il trittico posto sopra
l'altare di sinistra, opera di Taddeo di Bartolo,
pittore senese del 1300, raffigurante il Presepio,
S.Antonio Abate e S.Agostino.
Sull'altare
laterale di destra è visibile una crocifissione
datata 1444, di scuola fiorentina; si può inoltre
ammira re una tela raffigurante la Madonna con Bambino
e gli apostoli Andrea e Giovanni, opera di Benvenuto
di Giovanni. Del 1592 è l'altra tela, raffigurante
l'Annunciazione, opera di Francesco Vanni, massimo
esempio dello stile manieristico senese. La tela
"la visione del Beato Ambrogio Sansedoni", proveniente
dalla chiesa della Madonna delle Fonti, è attribuita
a Francesco Volpi ed è datata XVIII secolo. Proseguendo
lungo la via Ottavio Maestri si incontra la chiesa
di S.Croce, edificata nel l642; è in stile barocco
e conserva una tela del pittore senese Francesco
Rustici detto il Rustichino. La chiesa di S.Martino
e Costanzo è stata costruita nel l63l, a croce latina,
conserva all'interno la "campana grossa" risalente
al 1454.
Percorrendo
la Ai Caduti Vicolo dello Spedale Piazza Matteotti:
il Palazzo Comunale Chiesa della Madonna delle Nevi
Il centro storico vicina via della lupa, si può
ammirare nelle giornate soleggiate una splendida
vista della Valdichiana: fertile pianura, una volta
palude, bonificata da Leopoldo II di Toscana ad
opera dell'architetto Fossombroni, rappresenta la
fonte da cui Torrita di Siena trae i prodotti della
sua fiorente agricoltura. La via della Lupa conduce
alla Porta a Gavina, forse la più nota delle quattro
porte, non solo per l'architettura e per il portone
ligneo del 1200 (recentemente restaurato), ma anche
per l'episodio storico della "Lupa". Si narra che
quando i Fiorentini con l'ausilio delle truppe tedesche
assediarono Torrita (1544), fu catturata un'anziana
donna chiamata Nencia, la quale veniva obbligata
ad inneggiare il Duca di Firenze; fedelissima alla
Repubblica di Siena, la donna inneggiò invece alla
Lupa e per questo i soldati tra molestie e insulti
le inchiodarono mani e piedi alla Porta Gavina,
dove Nencia continuò a gridare "Lupa, Lupa" fino
alla morte. In ricordo di questo eroico gesto i
Torritesi hanno intitolato alla donna la Via della
Lupa.
La Via
Cesare Battisti conduce alla Porta a Pago, che si
apre sul lato nord delle mura. Il suo nome deriva
da "pagum", l'antico villaggio che sorgeva sulla
collina antistante, altre fonti la collegano al
pagamento del dazio per l'arrivo delle merci nel
paese. Risalendo la Via Dante Alighieri, si giunge
di nuovo nella Piazza Matteotti, da cui, attraverso
la Via Ghino di Tacco, il vicolo dei Fabbri e il
vicolo dell'Ospedale, si possono ammirare a angoli
meno noti ma molto caratteristici, come le arcate
di pregevole fattura e gli edifici che conservano
il loro aspetto inalterato nel tempo. Per uscire
dalla cinta muraria si arriva alla Porta a Sole,
ove probabilmente sorsero le prime case di legno
abitate dalle famiglie dei soldati preposti alla
difesa del castello.
Davanti
al visitatore si apre lo spazio denominato "Gioco
del pallone", luogo di ritrovo per i giocatori di
tamburello e teatro della festa paesana del "Palio
dei somari ". In fondo al "Gioco", come comunemente
viene denominato lo spiazzo, si erge nella sua purezza
di forme il piccolo oratorio dedicato alla Madonna
delle Nevi, costruito nel 1525 in onore di Maria,
allorché una grave pestilenza afflisse la Comunità.
Sul portone d'ingresso è collocata una copia della
Lunetta di Donatello, poiché originariamente l'opera
era qui ospitata; all'interno si trova un affresco
attribuito a Girolamo Benvenuto del Guasta, raffigurante
l'Assunzione di Maria.
Lungo la
strada che conduce a Sinalunga si trova la chiesa
della Madonna delle Fonti, sorta nel 1665 per ricordare
i prodigio verificatisi presso una fonte d'acqua
che sorge nel luogo. Imboccando poi la strada che
corre tra due file di cipressi e che conduce al
cimitero, troviamo la più antica chiesa di Torrita,
la Madonna dell'Olivo, anticamente dedicata a S.Costanzo,
patrono del paese. Secondo alcune fonti l'edificio
sarebbe stato costruito sui resti di un antico tempio
dedicato a Cerere, dea della fecondità dei campi. |
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Cultura
Biblioteca
Comunale - P.zza Matteotti,1 -
Tel. 0577/685452
Teatro
Comunale "degli Oscuri" - P.zza Matteotti,l 2 -
Tel. 0577/685452
Archivio
storico c/o Biblioteca Comunale -
Tel. 0577/685452
Circolo
Culturale "Fra' Jacopo da Torrita" Via Battisti,
5 -
Tel. 0577/687529
Centro
Culturale di Montefollonico - Via Landucci -
Tel. 0577/669660
Società
Filarmonica "Guido Monaco" - Via Ghino di Tacco
- Tel. 0577/685057
Comitato
Sagra S.Giuseppe - Via B. Peruzzi |
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Gastronomia
I
Pici
Pasta di antica tradizione contadina fatta a
mano con acqua a farina.
Condita con sugo di carne o con briciole di pane
fritte nell'olio.
Pici con le briciole
Ingredienti - Pici, olio di oliva, aglio, briciole
di pane, peperoncino,
sale, prezzemolo.
I
pici sono nati come piatto povero della cucina contadina,
basti pensare agli ingredienti: farina, acqua e
sale. L'importante di questo piatto è che siano
fatti a mano. Tra i condimenti usati per questa
pasta vi sono il ragù di carne, di nana, oppure
quello più semplice con le briciole. In una padella
si fa scaldare abbondante olio di oliva, si aggiunge
l'aglio tritato molto finemente e quando inizia
ad imbiondire si versano le briciole di pane che
devono assumere un colore dorato, poi si unisce
al tutto un po' di peperoncino e sale.
Si versano i pici, precedentemente cotti in acqua
abbondante nella padella e si fanno insaporire.
Si servono cospargendoli di prezzemolo tritato.
Minestra di pane
Insieme
di ortaggi bolliti con fagioli; versata bollente
su pane raffermo.
Tagliatini
Pasta
all'uovo fatta a mano, tagliata sottile e cotta
nel brodo dei fagioli. Servita anche con fagioli.
Ocio (oca) arrosto
Cotto
prevalentemente nel forno a legna con rosmarino
e salvia, servito con patate e verdure fresche.
Pulezze
e salsiccia
Foglie
di rapa bollite e saltate in padella con olio e
aglio e servite come
contorno alla salsiccia cotta a parte.
Ciambellini
Dolci
di Pasqua dalla tradizione contadina con uova, farina,
burro e
aromatizzati con anice o rosolio. Di forma schiacciata.
Vino
locale
Vin Santo
|
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Il Palio dei Somari
La
manifestazione è nata circa trent'anni or sono per
iniziativa di un gruppo di Torritesi che volevano
creare una festa popolare in onore di S.Giuseppe,
patrono . dei falegnami, dato che a Torrita di Siena
la lavorazione del legno è un'attività molto diffusa.
La festa doveva esaltare due componenti del lavoro
dell'uomo: la fatica e la semplicità; fu scelto
a simbolo il somaro, infaticabile e umile animale.
Il primo palio fu corso nel 1966 da quattro contrade,
in rappresentanza delle quattro porte cittadine.
Considerato l'entusiasmo con il quale venne accolta
l'iniziativa, si allargò il numero delle contrade
per estendere la partecipazione anche alle zone
a valle del paese. Attualmente le contrade sono
otto: Porta a Pago, Porta a Sole, Porta a Gavina,
Porta Nova, Cavone, Le Fonti, la Stazione e Refenero.
Ogni
contrada ha i suoi colori, il proprio stemma e
le comparse, costituite dalla Dama, l'Alfiere,
sbandieratori e tamburini ed una serie di altre
figure, tutte impeccabilmente vestite con ricchi
costumi. La festa si celebra nella domenica successiva
al 19 marzo di ogni anno e la corsa è preceduta
dal Corteo Storico e dalle sbandierate della domenica
mattina, quando il Centro Storico, tra uno sventolio
di bandiere, accoglie non solo i sostenitori delle
contrade, ma anche i numerosi visitatori. La sera
prima viene effettuata la gara fra gli sbandieratori
e i tamburini delle otto contrade, premio ambitissimo.
La domenica
mattina le contrade fanno il loro ingresso nella
piazza Matteotti e dopo la Santa Messa nella chiesa
di S.Flora e Lucilla, gli sbandieratori si esibiscono
mostrando la loro abilità Quindi finiti i numeri
inizia la sfilata del Corteo Storico che si snoda
lungo i vicoli del centro storico. Nel pomeriggio,
verrà consegnato il premio ai migliori sbandieratori
e tamburini. Fino a qualche anno fa gli otto somari
venivano abbinati a sorte alle contrade prima
della corsa; da qualche anno il sorteggio avviene
il sabato precedente, (dove tra l'altro si apre
la settimana del palio con le taverne nel centro
storico)
La gara
si disputa in quattro batterie eliminatorie su
tre giri ed una di recupero a cui partecipano
le quattro contrade sconfitte. La corsa finale,
con cinque contrade si disputa su quattro giri
di pista, mentre dalle tribune i contradaioli
inneggiano con canti e grida tra lo sventolio
delle bandiere. Sulla pista i somari sono i veri
protagonisti, offrendo uno spettacolo del tutto
particolare: si arrestano all'improvviso per riprendere
poi la corsa di gran carriera, facendo magari
cadere il fantino, oppure percorrono la pista
in senso contrario. La contrada vincitrice avrà
come premio il Palio, un drappo dipinto che verrà
portato nella sede di contrada per i festeggiamenti
fino a notte inoltrata.
Dal 2003 per la prima volta nella storia del pali
è stata inserita la partenza dei somari all'interno
dei canapi, e non più tenuti a mano dagli addetti
come avveniva fino ad oggi. |
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Manifestazioni
Gennaio
Fiera
di S. Antonio (22)
Marzo
Palio
dei Somari corso dalle otto contrade corteo storico
in costume (19)
Aprile
Fiera dei Fiori e dei Cocci (in paese)
Maggio
Festa
al Capannone in onore del Patrono S.Macario Processione
e corsa dei cavalli in pista (14)
Giugno
Torrita
blues due giorni di musica
(ultima fine settimana)
Raduno
di macchine d'epoca
(penultima domenica)
Luglio e Agosto
Estate
Torritese in collaborazione con Pro-Loco e Comune:
concerti, mostre, manifestazioni (Torrita e Montefollonico)
Agosto
Ruzzolata
del cocomero gara tra le contrade cittadine Montefollonico
(20)
Settembre
Fiera
allo Scalo (16 e 17)
Dicembre
Mostre
di pittura e scultura (Biblioteca Comunale)
Presepe Vivente con tutto il Borgo (24/12) |
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Lo sport
Stadio
Comunale (pista per atletica) - Via P. del Cadia
- Tel. 0577 / 686333
Circolo
ricr. S.Domenico (tennis) - Via Marche
Scuola
Media G.Parini (pallavolo) - Via Mazzini -
Tel. 0577/ 685164
Palazzetto
dello Sport (stazione)
Campo
di tamburello - Via Marche
Palestra
di Judo - Via Pass. Garibaldi -
Tel. 0577/ 685753
Scuola
di danza classica
Campo
sportivo di Montefoffonico |
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Itinerari
Per
chi desideri evadere della quotidiana routine per
godere di una natura incontaminata, per riscoprire
quei piccoli borghi intatti nelle loro peculiari
caratteristiche dei tempi passati, Montefollonico
con i suoi dintorni può soddisfare questi desideri.
La Frazione di Torrita di Siena si trova a sud del
capoluogo, lungo la strada che conduce a Pienza
ed è situata su di un colle che funge da spartiacque
tra la Val d'Orcia e la Val di Chiana. Il borgo
si formò intorno all'anno 1000, accogliendo gli
abitanti dei villaggi vicini (Orsina, Feroniano,
S.Valentino, Oppiano) e fu sempre strettamente legato
alla storia di Siena, assumendo per la Repubblica
importanza strategica, quale castello fortificato
di confine. Di
questo ruolo di fortificazione ne è testimonianza
l'aspetto militare delle mura, in alcuni tratti
ben conservate, con i sette torrioni e le tre
porte di accesso al castello (Porta del Triano,
Porta di Follonica, Porta del Pianello). La Porta
del Pianello è fornita di antiporto e di una doppia
arcata di accesso. All'interno delle mura si può
ammirare il Palazzo Pretorio o Palazzo di Giustizia,
ove si radunavano i Consigli che governavano il
paese; la sua costruzione risale al XIII secolo.
Poco
distante si trova la chiesa di S. Leonardo, una
delle Pievi di architettura romanica più importanti
del territorio senese. L'edificio, a cui si accede
da una scalinata in pietra, è costruito con bozze
di pietra locale, l'interno presenta pregevoli
opere di epoche diverse. La Porta del Triano (situata
a sud) ha un solido muro di pietra e sull'arco
che la sormonta vi è l'iscrizione che attesta
la sua costruzione nell'anno 1294, per opera del
maestro senese Bernardino Ristori. La Porta a
Follonica era un tempo fiancheggiata da due baluardi
rotondi, uno dei quali si conserva tutt'oggi.
Uscendo dal paese si può ammirare, al di fuori
della cinta muraria, la chiesa della Madonna del
Triano, una costruzione seicentesca recentemente
restaurata, il cui campanile in mattoni rossi
si erge sul verde delle colline circostanti; da
questa posizione si può osservare uno splendido
paesaggio con vista su Montepulciano, la Valdichiana
e la Valdorcia.
Il nome
di Montefollonico, anticamente Monte a Follonica,
trae origine dall'attività principale dei suoi
abitanti: la lavorazione dei panni o follatura.
Il laboratorio, abbisognando d'acqua, doveva trovarsi
in basso, nelle vicinanze di un torrente ove sorse
anche l'Abbazia Benedettina, di cui si possono
osservare oggi i ruderi delle navate e della cripta,
che fanno ipotizzare la presenza di una costruzione
imponente, riconducibile a l romanico primitivo.
Dall'abbazia o "Convettaccio" come viene comunemente
chiamato, si può proseguire attraverso un sentiero
sino alla chiesa di S. Valentino, una delle Pievi
contese fin dal secolo VIII dai vescovi di Siena
e di Arezzo. Immerso nel verde dei boschi si trova
il villaggio di Oppiano, la cui esistenza è documentata
sin dal 1037.
Degno
di menzione è anche il Palazzo Tori o Gori, che
conserva ancora l'aspetto di costruzione fortificata
che in epoca medioevale, ospitava una guarnigione
militare. Nelle vicinanze di Torrita, su una collina
rivolta verso Montepulciano, sorgeva il Castello
di Ciliano, roccaforte di frontiera fra i territori
di Siena e Firenze e per questo centro di numerose
battaglie. Il castello fu incendiato nel 1202
dagli abitanti di Montepulciano e successivamente
ricostruito. Oggi vi si trovano una piccola chiesa
e un agglomerato di case rurali.
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L'Accademia
degli Oscuri
L’Accademia
degli Oscurii è costituita da un numero indeterminato
di Torritesi, ex Torritesi o comunque persone
che hanno o hanno avuto in passato
interessi e rapporti continuativi con il
paese di Torrita di Siena, ai quali per antica
tradizione viene attribuito l’appellativo di “Accademici” ed anche di “Ragguardevoli Torritesi”
. Essi formano il corpo deliberante e sovrano
dell’Accademia stessa senza alcune preclusioni
di sesso, di razza, di credo religioso, di ideologia
politica, condizioni economiche, censo o conoscenze
culturali.
Gli Accademici detti
anche “Oscuri” si dividono in “Accademici Rifondatori” (coloro
che hanno rifondato l'Accademia il 29 gennaio
2004) e “Accademici” (coloro entrati in Accademia
successivamente). Tutti hanno gli stessi oneri e onori, senza
alcuna differenza,
salvo la benemerenza, per i primi, di aver ricostituito
l’Accademia.
I
membri rispondono, seppur in misura ragionevole,
alle qualità e caratteristiche tipiche di persone
tolleranti, moralmente ed eticamente in sintonia
con doti di generosità, altruismo, educazione
e benevolenza, tipiche delle donne e degli uomini
che intendono arricchirsi interiormente, quindi
senza dogmatismi, integralismi o fondamentalismi.
L’ammissione all’Accademia non
è automatica: l’aspirante accademico dovrà essere
presentato da due Accademici tramite apposita
istanza da sottoporre al Consiglio Direttivo.
L’Accademia ha due orientamenti riguardanti due settori specifici
delle scienze umanistiche: la “Brigata degli Amici dell’Arte di Torrita” e la “Congregazione Umanistica Torritese”
.
In particolare “La
Brigata degli Amici dell’Arte di Torrita” effettua e/o promuove ricerche,
studi, analisi, dibattiti, confronti, pubblicazioni,
tutele, collaborazioni e quant’altro ritenuto
opportuno al fine di meglio conoscere e far conoscere
la storia della nostra comunità
ed il patrimonio artistico locale,
nonché far sviluppare interesse e sensibilità
verso tutte le tematiche
artistiche in senso lato, mentre “La Congregazione Umanistica Torritese”, con gli stessi sistemi e
metodi sopra indicati,
si
adopera al fine di meglio conoscere e far
conoscere la letteratura, la filosofia,
il teatro,
la musica e comunque tutte le scienze umanistiche
nessuna esclusa.
Entrambe agiscono seguendo il principio
della ricerca, quanto più possibile “del giusto, del vero e del bello”.
La
sede ufficiale dell’Accademia è il Teatro degli Oscuri, a suo
tempo realizzato dai fondatori, ove possibilmente
si svolgono le pubbliche riunioni nonché le assemblee,
mentre nella sede legale, denominata in ossequio alla
tradizione “Stanza delle Scienze”, si tengono le riunioni del Consiglio
Direttivo , le varie attività di natura esecutiva e, ogni primo venerdì
del mese, le serate del “Forum Stabile”.
http://www.accademiadeglioscuri.it/
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Storia del
Torrita Blues
Tutte le edizioni
1989
- 1990
- 1991
1992 - 1993
- 1994
1995 - 1996
- 1997
1998 - 1999
- 2000
2001 - 2002
- 2003
2004 - 2005
Effetto
Blues 2005
Altre
Locations
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