Benvenuti
nella Città di Torrita di Siena. Torrita di Siena ha sfruttato la
propria posizione nel cuore della Valdichiana, per trasformare la
sua economia, passando dall'agricoltura, un tempo unica attività
della popolazione, all'industria ed all'artigianato. Aziende di
piccole e medie dimensioni sono sorte velocemente a Torrita, per
lo più dedite alla lavorazione del legno, alle confezioni ed ai
laterizi, aumentando la potenzialità del piccolo ma operoso
comune. |
La storia - Personaggi
famosi - Mounumenti - La
Passeggiata - Cultura - Gastronomia
-
Il Palio dei Somari - Manifestazioni
- Sports - Itinerari
-
L'accademia degli Oscuri
La
storia
Le
prime tracce documentali dell'esistenza di Torrita risalgono al
1037 dove la sua denominazione appare in un codice amiatino; va
comunque detto che sono stati effettuati ritrovamenti di tracce di
insediamenti etruschi e romani anche se non esistono possibilità
di ricostruirne la storia. La sua evoluzione porta a cambiare, nel
corso dei secoli, da pagus a castrum,ossia villaggio circondato da
mura o fortificazioni.
Sotto il dominio della Repubblica di Siena, Torrita viene posta a
baluardo in difesa dei confini meridionali dello Stato Senese
insieme a Ciliano e Montefollonico nella secolare lotta contro i
Fiorentini che trovavano in Montepulciano il loro estremo punto di
conquista.
Il castello di Torrita era protetto da una cinta muraria e da
torri di cui restano ancora nove basamenti, ed era dotato di tre
porte: Porta a Gavina, Porta a Pago, Porta a Sole. Innumerevoli
sono gli episodi bellici che vedono Torrita coinvolta nell'arco di
tre secoli al fianco di Siena contro
Firenze.
Da citare la ricostruzione delle mura di cinta avvenuta nel l528
ad opera dell'architetto Baldassarre Peruzzi; l'entrata a far
parte del Granducato di Toscana nel l557 in conseguenza di una
dura sconfitta da parte dell'esercito di Carlo V, alleato di
Firenze; la fondazione dell'Accademia
degli Oscuri, con sede nell'omonimo Teatro nel l763.
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Personaggi
Famosi
Fra'
Jacopo È certamente il personaggio più illustre e celebre di
Torrita. Francescano, restauratore dell'arte del mosaico nel XIII
secolo ed anche pittore. Non esistono prove che Torrita gli abbia
dato i natali ma antica è la tradizione che lo afferma. Viene
ricordato dalla via che porta alla Collegiata e da un medaglione
nella sala del Consiglio Comunale dove è ritratto come un bel
frate gioviale.
Nella "Enciclopedia del Cristianesimo" edita nel 1947, a
proposito di fra Jacopo si legge: "Jacopo da Torrita prese il
nome dal paese natale '. Va ricordato per le sue opere della fine
del XIII secolo ed in particolare per i mosaici mariani in Santa
Maria Maggiore a Roma, dove nell'abside sono stati da lui compiuti
lavori di restauro con proprie modifiche. Altre sue testimonianze
sono i vari tondi dipinti nella seconda crociera della Basilica
Superiore di Assisi.
Ghino di Tacco Nacque a Torrita dalla famiglia Cacciaconti
Monacheschi Pecorai, una delle famiglie dei grandi di Siena. Il
padre Tacco assieme ai suoi due figli, Ghino e Turino, commetteva
furti e rapine ed aveva anche appiccato il fuoco al castello di
Torrita ; fu condannato per aver ferito gravemente Jacopino da
Guardavalle. Il Comune di Siena combatté molto contro Tacco ed
alla fine lo catturò assieme al figlio minore Turino,
giustiziandoli nella piazza del Campo. Ghino fu invece espulso dal
contado senese e si rifugiò, a Radicofani, punto di collegamento
tra il dominio Pontificio e lo Stato di Siena. Volle poi punire il
giustiziere del padre e così andò a Roma al comando di
quattrocento uomini, entrò in tribunale e tagliò la testa a
Benincasa di Arezzo, infilandola sulla picca; tornò quindi a
Radicofani dove cominciò ad esercitare ampiamente l'"arte
della rapina".
Era però un gentiluomo che prima di estorcere si informava sui
reali possedimenti della propria vittima, lasciandole sempre di
che vivere; era persona generosa con i poveri e gli studenti.
Memorabile il trattamento riservato all'abate di Clunj, catturato
mentre si recava alle acque termali di San Casciano dei Bagni per
curare un mal di stomaco. L'abate venne rinchiuso e nutrito con
pane e fave secche che gli guarirono prodigiosamente il male;
riconoscente l'abate intercesse presso il papa Bonifacio VIII ai
fini di una riconciliazione con Ghino. Il Papa si convinse e lo
nominò Cavaliere di S.Giovanni e Friere dell'ospedale di Santo
Spirito, titolo che annetteva una vasta commenda. Il luogo della
morte è incerto, alcuni dicono Roma, Benvenuto da Imola lo vuole
assassinato a Sinalunga. Lapide con stemma della famiglia Pecorai
e scritta tratta dalla Divina Commedia (Purg. VI 13,14) (facciata
del Palazzo Comunale) |
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Monumenti
Monumenti
Civili
Palazzo Comunale o Pretorio 1200
Teatro Comunale (XXVIII sec.)
Porta Gavina (XIII sec.) Porta a Pago (XIII sec.)
Porta a Sole (XIII sec.)
Porta Nuova ( 1800)
Montefollonico Palazzo Pretorio (XIII sec.)
Porta a Follonica
Porta del Triano
Porta del Pianello
Monumenti Religiosi
Chiesa di S.Flora e Lucilla (stile romanico XIII sec.)
Tavole di Benvenuto di Giovanni Bartolo di Fredi e allievi del
Sodoma
Lunetta del Donatello: il Sangue del Redentore bassorilievo 1450
circa.
Chiesa della Madonna delle Nevi 1525 Affresco "Assunzione di
Maria" Girolamo di Benvenuto Chiesa della Madonna dell'Olivo
XI sec. Chiesa di S. Croce stile barocco 1642 Chiesa di S. Martino
e Costanzo Collegiata di Torrita metà del XVII sec.
Chiesa della Madonna delle Fonti metà del XVII sec.
Montefollonico Chiesa di S. Leonardo stile romanico XI sec.
Montefollonico Chiesa della Madonna del Triano XIII sec.
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La
passeggiata
Il
centro storico di Torrita di Siena, racchiuso entro la cinta
muraria risalente al XII secolo e di cui si possono ancora
osservare alcune parti, offre al visitatore angoli caratteristici
e opere d arte non trascurabili. Percorrendo i vicoli del paese ci
si sente avvolti da un alone misto di storia e di leggenda, basti
pensare a Via Ghino di Tacco, Via dei Pecorai o Via della Lupa e
la serena quiete è resa più piacevole dai profumi della cucina,
di cui le massaie torritesi tramandano la tradizione. L'accesso
dalla Porta Nova consente di giungere come prima tappa alla Piazza
Matteotti, da sempre centro della vita politica, religiosa e
culturale del paese. Vi si possono infatti ammirare il Palazzo
Pretorio (oggi sede del Comune) di origine duecentesca, che
staglia verso l'alto la sua torre oggetto nei secoli di numerosi
restauri, il teatro Comunale e la chiesa delle SS. Flora e
Lucilla.
La piazza
rappresenta il punto di incrocio delle strade che conducono alle
quattro porte di accesso al paese e conserva ancora al centro
l'antica cisterna (o pozzo) che nei secoli passati era utilizzata
per l'approvvigionamento idrico di tutto il paese. Accanto al
Palazzo Comunale sorge il Teatro Comunale "degli Oscuri"
nato per volontà dell'omonima Accademia nel XVIII secolo ed
all'interno del quale è visibile un busto collocato per celebrare
il cantante lirico Giulio Neri, cui Torrita ha dato i natali nel
1909 e del quale è ancora molto vivo il ricordo tra i suoi
concittadini. La romanica chiesa di S. Flora e Lucilla è la più
antica entro le mura del castello, risale al 1300 e conserva
numerose opere d'arte, tutte degne di nota. La più importante è
senz'altro la lunetta in bassorilievo "Il sangue del
Redentore", attribuita al Donatello (1450 circa), il cui
restauro le ha pienamente restituito l'antica armonia e bellezza.
Di particolare pregio è il trittico posto sopra l'altare di
sinistra, opera di Taddeo di Bartolo, pittore senese del 1300,
raffigurante il Presepio, S.Antonio Abate e S.Agostino.
Sull'altare
laterale di destra è visibile una crocifissione datata 1444, di
scuola fiorentina; si può inoltre ammira re una tela raffigurante
la Madonna con Bambino e gli apostoli Andrea e Giovanni, opera di
Benvenuto di Giovanni. Del 1592 è l'altra tela, raffigurante
l'Annunciazione, opera di Francesco Vanni, massimo esempio dello
stile manieristico senese. La tela "la visione del Beato
Ambrogio Sansedoni", proveniente dalla chiesa della Madonna
delle Fonti, è attribuita a Francesco Volpi ed è datata XVIII
secolo. Proseguendo lungo la via Ottavio Maestri si incontra la
chiesa di S.Croce, edificata nel l642; è in stile barocco e
conserva una tela del pittore senese Francesco Rustici detto il
Rustichino. La chiesa di S.Martino e Costanzo è stata costruita
nel l63l, a croce latina, conserva all'interno la "campana
grossa" risalente al 1454.
Percorrendo la Ai
Caduti Vicolo dello Spedale Piazza Matteotti: il Palazzo Comunale
Chiesa della Madonna delle Nevi Il centro storico vicina via della
lupa, si può ammirare nelle giornate soleggiate una splendida
vista della Valdichiana: fertile pianura, una volta palude,
bonificata da Leopoldo II di Toscana ad opera dell'architetto
Fossombroni, rappresenta la fonte da cui Torrita di Siena trae i
prodotti della sua fiorente agricoltura. La via della Lupa conduce
alla Porta a Gavina, forse la più nota delle quattro porte, non
solo per l'architettura e per il portone ligneo del 1200
(recentemente restaurato), ma anche per l'episodio storico della
"Lupa". Si narra che quando i Fiorentini con l'ausilio
delle truppe tedesche assediarono Torrita (1544), fu catturata
un'anziana donna chiamata Nencia, la quale veniva obbligata ad
inneggiare il Duca di Firenze; fedelissima alla Repubblica di
Siena, la donna inneggiò invece alla Lupa e per questo i soldati
tra molestie e insulti le inchiodarono mani e piedi alla Porta
Gavina, dove Nencia continuò a gridare "Lupa, Lupa"
fino alla morte. In ricordo di questo eroico gesto i Torritesi
hanno intitolato alla donna la Via della Lupa.
La Via Cesare
Battisti conduce alla Porta a Pago, che si apre sul lato nord
delle mura. Il suo nome deriva da "pagum", l'antico
villaggio che sorgeva sulla collina antistante, altre fonti la
collegano al pagamento del dazio per l'arrivo delle merci nel
paese. Risalendo la Via Dante Alighieri, si giunge di nuovo nella
Piazza Matteotti, da cui, attraverso la Via Ghino di Tacco, il
vicolo dei Fabbri e il vicolo dell'Ospedale, si possono ammirare a
angoli meno noti ma molto caratteristici, come le arcate di
pregevole fattura e gli edifici che conservano il loro aspetto
inalterato nel tempo. Per uscire dalla cinta muraria si arriva
alla Porta a Sole, ove probabilmente sorsero le prime case di
legno abitate dalle famiglie dei soldati preposti alla difesa del
castello.
Davanti al
visitatore si apre lo spazio denominato "Gioco del
pallone", luogo di ritrovo per i giocatori di tamburello e
teatro della festa paesana del "Palio dei somari ". In
fondo al "Gioco", come comunemente viene denominato lo
spiazzo, si erge nella sua purezza di forme il piccolo oratorio
dedicato alla Madonna delle Nevi, costruito nel 1525 in onore di
Maria, allorché una grave pestilenza afflisse la Comunità. Sul
portone d'ingresso è collocata una copia della Lunetta di
Donatello, poiché originariamente l'opera era qui ospitata;
all'interno si trova un affresco attribuito a Girolamo Benvenuto
del Guasta, raffigurante l'Assunzione di Maria.
Lungo la strada
che conduce a Sinalunga si trova la chiesa della Madonna delle
Fonti, sorta nel 1665 per ricordare i prodigio verificatisi presso
una fonte d'acqua che sorge nel luogo. Imboccando poi la strada
che corre tra due file di cipressi e che conduce al cimitero,
troviamo la più antica chiesa di Torrita, la Madonna dell'Olivo,
anticamente dedicata a S.Costanzo, patrono del paese. Secondo
alcune fonti l'edificio sarebbe stato costruito sui resti di un
antico tempio dedicato a Cerere, dea della fecondità dei campi.
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Cultura
Biblioteca
Comunale - P.zza Matteotti,1 -
Tel. 0577/685452
Teatro
Comunale "degli Oscuri" - P.zza Matteotti,l 2 -
Tel. 0577/685452
Archivio
storico c/o Biblioteca Comunale -
Tel. 0577/685452
Circolo
Culturale "Fra' Jacopo da Torrita" Via Battisti, 5 -
Tel. 0577/687529
Centro
Culturale di Montefollonico - Via Landucci -
Tel. 0577/669660
Società
Filarmonica "Guido Monaco" - Via Ghino di Tacco - Tel.
0577/685057
Comitato
Sagra S.Giuseppe - Via B. Peruzzi |
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Gastronomia
I
Pici
Pasta di antica tradizione contadina fatta a mano con acqua a
farina.
Condita con sugo di carne o con briciole di pane fritte nell'olio.
Pici con le briciole
Ingredienti - Pici, olio di oliva, aglio, briciole di pane,
peperoncino,
sale, prezzemolo.
I
pici sono nati come piatto povero della cucina contadina, basti
pensare agli ingredienti: farina, acqua e sale. L'importante di
questo piatto è che siano fatti a mano. Tra i condimenti usati per
questa pasta vi sono il ragù di carne, di nana, oppure quello più
semplice con le briciole. In una padella si fa scaldare abbondante
olio di oliva, si aggiunge l'aglio tritato molto finemente e quando
inizia ad imbiondire si versano le briciole di pane che devono
assumere un colore dorato, poi si unisce al tutto un po' di
peperoncino e sale.
Si versano i pici, precedentemente cotti in acqua abbondante nella
padella e si fanno insaporire. Si servono cospargendoli di
prezzemolo tritato.
Minestra di pane
Insieme
di ortaggi bolliti con fagioli; versata bollente su pane raffermo.
Tagliatini
Pasta
all'uovo fatta a mano, tagliata sottile e cotta nel brodo dei
fagioli. Servita anche con fagioli.
Ocio (oca) arrosto
Cotto
prevalentemente nel forno a legna con rosmarino e salvia, servito
con patate e verdure fresche.
Pulezze
e salsiccia
Foglie
di rapa bollite e saltate in padella con olio e aglio e servite come
contorno alla salsiccia cotta a parte.
Ciambellini
Dolci
di Pasqua dalla tradizione contadina con uova, farina, burro e
aromatizzati con anice o rosolio. Di forma schiacciata.
Vino
locale
Vin Santo
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Il
Palio dei Somari
La
manifestazione è nata circa trent'anni or sono per iniziativa di
un gruppo di Torritesi che volevano creare una festa popolare in
onore di S.Giuseppe, patrono . dei falegnami, dato che a Torrita
di Siena la lavorazione del legno è un'attività molto diffusa.
La festa doveva esaltare due componenti del lavoro dell'uomo: la
fatica e la semplicità; fu scelto a simbolo il somaro,
infaticabile e umile animale. Il primo palio fu corso nel 1966 da
quattro contrade, in rappresentanza delle quattro porte cittadine.
Considerato l'entusiasmo con il quale venne accolta l'iniziativa,
si allargò il numero delle contrade per estendere la
partecipazione anche alle zone a valle del paese. Attualmente le
contrade sono otto: Porta a Pago, Porta a Sole, Porta a Gavina,
Porta Nova, Cavone, Le Fonti, la Stazione e Refenero.
Ogni contrada ha
i suoi colori, il proprio stemma e le comparse, costituite dalla
Dama, l'Alfiere, sbandieratori e tamburini ed una serie di altre
figure, tutte impeccabilmente vestite con ricchi costumi. La festa
si celebra nella domenica successiva al 19 marzo di ogni anno e la
corsa è preceduta dal Corteo Storico e dalle sbandierate della
domenica mattina, quando il Centro Storico, tra uno sventolio di
bandiere, accoglie non solo i sostenitori delle contrade, ma anche
i numerosi visitatori. La sera prima viene effettuata la gara fra
gli sbandieratori e i tamburini delle otto contrade, premio
ambitissimo.
La domenica
mattina le contrade fanno il loro ingresso nella piazza Matteotti
e dopo la Santa Messa nella chiesa di S.Flora e Lucilla, gli
sbandieratori si esibiscono mostrando la loro abilità Quindi
finiti i numeri inizia la sfilata del Corteo Storico che si snoda
lungo i vicoli del centro storico. Nel pomeriggio, verrà
consegnato il premio ai migliori sbandieratori e tamburini. Fino a
qualche anno fa gli otto somari venivano abbinati a sorte alle
contrade prima della corsa; da qualche anno il sorteggio avviene
il sabato precedente, (dove tra l'altro si apre la settimana del
palio con le taverne nel centro storico)
La gara si
disputa in quattro batterie eliminatorie su tre giri ed una di
recupero a cui partecipano le quattro contrade sconfitte. La corsa
finale, con cinque contrade si disputa su quattro giri di pista,
mentre dalle tribune i contradaioli inneggiano con canti e grida
tra lo sventolio delle bandiere. Sulla pista i somari sono i veri
protagonisti, offrendo uno spettacolo del tutto particolare: si
arrestano all'improvviso per riprendere poi la corsa di gran
carriera, facendo magari cadere il fantino, oppure percorrono la
pista in senso contrario. La contrada vincitrice avrà come premio
il Palio, un drappo dipinto che verrà portato nella sede di
contrada per i festeggiamenti fino a notte inoltrata.
Dal 2003 per la prima volta nella storia del pali è stata
inserita la partenza dei somari all'interno dei canapi, e non più
tenuti a mano dagli addetti come avveniva fino ad oggi.
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Manifestazioni
Gennaio
Fiera
di S. Antonio (22)
Marzo
Palio
dei Somari corso dalle otto contrade corteo storico in costume
(19)
Aprile
Fiera dei Fiori e dei Cocci (in paese)
Maggio
Festa
al Capannone in onore del Patrono S.Macario Processione e corsa
dei cavalli in pista (14)
Giugno
Torrita
blues due giorni di musica
(ultima fine settimana)
Raduno
di macchine d'epoca
(penultima domenica)
Luglio e Agosto
Estate
Torritese in collaborazione con Pro-Loco e Comune: concerti,
mostre, manifestazioni (Torrita e Montefollonico)
Agosto
Ruzzolata
del cocomero gara tra le contrade cittadine Montefollonico (20)
Settembre
Fiera
allo Scalo (16 e 17)
Dicembre
Mostre
di pittura e scultura (Biblioteca Comunale)
Presepe Vivente con tutto il Borgo (24/12) |
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Lo
sport
Stadio
Comunale (pista per atletica) - Via P. del Cadia - Tel. 0577 /
686333
Circolo ricr.
S.Domenico (tennis) - Via Marche
Scuola Media
G.Parini (pallavolo) - Via Mazzini -
Tel. 0577/ 685164
Palazzetto dello
Sport (stazione)
Campo di
tamburello - Via Marche
Palestra di Judo
- Via Pass. Garibaldi -
Tel. 0577/ 685753
Scuola di danza
classica
Campo sportivo di
Montefoffonico |
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Itinerari
Per
chi desideri evadere della quotidiana routine per godere di una
natura incontaminata, per riscoprire quei piccoli borghi intatti
nelle loro peculiari caratteristiche dei tempi passati,
Montefollonico con i suoi dintorni può soddisfare questi
desideri. La Frazione di Torrita di Siena si trova a sud del
capoluogo, lungo la strada che conduce a Pienza ed è situata su
di un colle che funge da spartiacque tra la Val d'Orcia e la Val
di Chiana. Il borgo si formò intorno all'anno 1000, accogliendo
gli abitanti dei villaggi vicini (Orsina, Feroniano, S.Valentino,
Oppiano) e fu sempre strettamente legato alla storia di Siena,
assumendo per la Repubblica importanza strategica, quale castello
fortificato di confine.
Di questo ruolo
di fortificazione ne è testimonianza l'aspetto militare delle
mura, in alcuni tratti ben conservate, con i sette torrioni e le
tre porte di accesso al castello (Porta del Triano, Porta di
Follonica, Porta del Pianello). La Porta del Pianello è fornita
di antiporto e di una doppia arcata di accesso. All'interno delle
mura si può ammirare il Palazzo Pretorio o Palazzo di Giustizia,
ove si radunavano i Consigli che governavano il paese; la sua
costruzione risale al XIII secolo.
Poco distante si
trova la chiesa di S. Leonardo, una delle Pievi di architettura
romanica più importanti del territorio senese. L'edificio, a cui
si accede da una scalinata in pietra, è costruito con bozze di
pietra locale, l'interno presenta pregevoli opere di epoche
diverse. La Porta del Triano (situata a sud) ha un solido muro di
pietra e sull'arco che la sormonta vi è l'iscrizione che attesta
la sua costruzione nell'anno 1294, per opera del maestro senese
Bernardino Ristori. La Porta a Follonica era un tempo
fiancheggiata da due baluardi rotondi, uno dei quali si conserva
tutt'oggi. Uscendo dal paese si può ammirare, al di fuori della
cinta muraria, la chiesa della Madonna del Triano, una costruzione
seicentesca recentemente restaurata, il cui campanile in mattoni
rossi si erge sul verde delle colline circostanti; da questa
posizione si può osservare uno splendido paesaggio con vista su
Montepulciano, la Valdichiana e la Valdorcia.
Il nome di
Montefollonico, anticamente Monte a Follonica, trae origine
dall'attività principale dei suoi abitanti: la lavorazione dei
panni o follatura. Il laboratorio, abbisognando d'acqua, doveva
trovarsi in basso, nelle vicinanze di un torrente ove sorse anche
l'Abbazia Benedettina, di cui si possono osservare oggi i ruderi
delle navate e della cripta, che fanno ipotizzare la presenza di
una costruzione imponente, riconducibile a l romanico primitivo.
Dall'abbazia o "Convettaccio" come viene comunemente
chiamato, si può proseguire attraverso un sentiero sino alla
chiesa di S. Valentino, una delle Pievi contese fin dal secolo
VIII dai vescovi di Siena e di Arezzo. Immerso nel verde dei
boschi si trova il villaggio di Oppiano, la cui esistenza è
documentata sin dal 1037.
Degno di menzione
è anche il Palazzo Tori o Gori, che conserva ancora l'aspetto di
costruzione fortificata che in epoca medioevale, ospitava una
guarnigione militare. Nelle vicinanze di Torrita, su una collina
rivolta verso Montepulciano, sorgeva il Castello di Ciliano,
roccaforte di frontiera fra i territori di Siena e Firenze e per
questo centro di numerose battaglie. Il castello fu incendiato nel
1202 dagli abitanti di Montepulciano e successivamente
ricostruito. Oggi vi si trovano una piccola chiesa e un
agglomerato di case rurali.
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L'Accademia degli Oscuri
L’Accademia
degli Oscuri è costituita
da un numero indeterminato di Torritesi, ex Torritesi o comunque persone che
hanno o hanno avuto in passato interessi
e rapporti continuativi con il paese di
Torrita di Siena, ai quali per antica
tradizione viene attribuito l’appellativo di “Accademici” ed anche di “Ragguardevoli Torritesi” . Essi formano
il corpo deliberante e sovrano dell’Accademia stessa senza alcune preclusioni di
sesso, di razza, di credo religioso, di ideologia politica, condizioni
economiche, censo o conoscenze culturali.
Gli
Accademici detti anche “Oscuri”
si dividono in “Accademici
Rifondatori” (coloro che hanno rifondato l'Accademia il 29 gennaio 2004) e
“Accademici” (coloro entrati in Accademia
successivamente). Tutti hanno gli stessi
oneri e onori, senza alcuna differenza,
salvo la benemerenza, per i primi, di aver ricostituito
l’Accademia.
I membri rispondono, seppur in
misura ragionevole, alle qualità e caratteristiche tipiche di persone
tolleranti, moralmente ed eticamente in sintonia con doti di generosità,
altruismo, educazione e benevolenza, tipiche delle donne e degli uomini che
intendono arricchirsi interiormente, quindi senza dogmatismi, integralismi o
fondamentalismi.
L’ammissione
all’Accademia non è automatica: l’aspirante accademico dovrà essere presentato
da due Accademici tramite apposita
istanza
da
sottoporre al
Consiglio Direttivo.
L’Accademia ha
due orientamenti riguardanti due settori
specifici delle scienze umanistiche: la “Brigata degli
Amici dell’Arte di Torrita” e la “Congregazione Umanistica Torritese”
.
In
particolare
“La
Brigata degli Amici dell’Arte di Torrita” effettua e/o
promuove ricerche, studi, analisi, dibattiti, confronti, pubblicazioni, tutele,
collaborazioni e quant’altro ritenuto opportuno al fine di meglio conoscere e
far conoscere la storia della nostra
comunità ed il patrimonio artistico
locale, nonché far sviluppare interesse e sensibilità verso tutte le tematiche artistiche in senso lato,
mentre “La Congregazione Umanistica
Torritese”, con gli stessi sistemi e metodi sopra
indicati, si adopera al fine di meglio conoscere e far
conoscere la letteratura, la filosofia, il
teatro, la musica e
comunque tutte le scienze
umanistiche nessuna esclusa.
Entrambe
agiscono seguendo il principio della ricerca, quanto più possibile “del giusto, del vero e del
bello”.
La sede
ufficiale
dell’Accademia è il
Teatro degli Oscuri, a suo tempo
realizzato dai fondatori, ove possibilmente si svolgono le pubbliche riunioni
nonché le assemblee, mentre nella sede
legale, denominata in ossequio alla tradizione
“Stanza delle Scienze”, si tengono le
riunioni del Consiglio Direttivo , le varie attività di natura esecutiva
e, ogni primo venerdì del mese, le serate del
“Forum Stabile”.
www.accademiadeglioscuri.it
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